giovedì 29 agosto 2013

Caro legislatore ti scrivo così mi distraggo un po' ...

... E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò...

Non mi interessa entrare nel merito della vicenda Berlusconi, non ne ho ne la voglia ne le competenze. Questo non vuole essere un post a difesa o contro qualcuno, le posizioni di entrambe le parti nascondono verità.

Mi preme però far notare che lo stesso legislatore che ha approvato ad ampia maggioranza la legge Severino non l'ha ben compresa e soprattutto ha difficoltà ad applicarla.

Cosa dicono i giuristi pro berlusconi?

La legge Severino presenta ampi profili di incostituzionalità. Impedisce ai cittadini elettori di esercitare il libero diritto di scegliere i propri rappresentanti. Mette sullo stesso piano, sbagliando, amministratori locali e parlamentari, questi ultimi "protetti" dalla Carta. Contrasta con l'articolo 66 della stessa Carta che affida alle sole Camere il potere di decidere chi sta dentro e chi sta fuori dal palazzo (Zanon, Caravita, De Vergottini).

È a tutti gli effetti una sanzione penale, quindi non può assolutamente essere retroattiva (Guzzetta). È irragionevole perché fissa un termine di non candidabilità (6 anni) «senza determinare i criteri per il calcolo» (sempre Guzzetta). Se si applicasse si risolverebbe in «un riconoscimento della superiorità della magistratura rispetto al Parlamento» (Pansini).

Link http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/silvio-scappa-dal-retroattivo-sei-saggi-per-smontare-la-legge-severino-che-fu-votata-61826.htm

Se la cosa assume aspetti tragicomici nel caso concreto Berlusconi, può anche diventare una occasione per una riflessione più ampia.

1) troppe leggi e troppo complesse diventano difficili da interpretare, da applicare e finiscono per dare un potere abnorme all'apparato dello Stato a discapito delle libertà individuali.

2) il legislatore troppo spesso scrive le leggi in maniera sibillina non per incompetenza ma per rinviare prese di posizione e per lasciarsi margini di manovra in ambito applicativo.

3) lo stesso comportamento lo si ritrova ad ogni livello della burocrazia statale che tende a volersi ampliare sia nelle dimensioni che nel potere.

Io vorrei un Paese con poche regole chiare, con sanzioni severe, con una burocrazia che aiuti il cittadino ad identificare il comportamento corretto da tenere e non che tenda solo a sanzionarlo ex post per rimpinguare le casse svuotate dal mantenimento di un apparato elefantiaco.




giovedì 8 agosto 2013

Spesso la verità ci attende davanti alla macchinetta del caffè.

La notizia e' di questi giorni, largamente prevista ma speravo di sbagliarmi, di essere l'unico tra i consulenti così fiduciosi nel risanamento ad essersi sbagliato.

Invece lo schema e' il solito, l'imprenditore testardamente incapace di ammettere di aver sbagliato, il commercialista attento a non indispettire il cliente, il risanatore con grandi piani ed altrettanto grandi parcelle.

Il mio scetticismo fatto di numeri e gran chiacchierate alla macchinetta del caffè con manager e segretarie ha avuto purtroppo ragione.

In troppi si concentrano su fantasiose operazioni di bilancio dimenticando che i numeri hanno senso solo se si ascoltano le persone, solo se si scende in produzione, solo se ci si confronta con il mercato, uscendo dalle ovattate sale riunioni.

I numeri di un piano di risanamento devono nascere dalla realtà, proiettar la nel futuro.

Non sono un grande stratega ma le persone nascondono sempre molte verità ed ascoltarle, analizzare le incongruenze spesso aiuta a leggere meglio i bilanci. 

È quasi mai la colpa di una trattativa saltata e' di un potenziale acquirente che si rifiuta di acquistare una azienda piena di immobili. Quasi mai la colpa e' del mercato.

Molto spesso la verità ci attende davanti alla macchinetta del caffè. 
Verità che va colta anche se spiacevole.

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