sabato 27 aprile 2013

Un estremo bisogno di sparigliare


Stesse strategie, stessa visione del futuro di qualche decina di anni fa, stessa struttura produttiva. Ed invece questo Paese ha bisogno di sparigliare.

Abbiamo bisogno di essere stupiti da un joker: rischiare, sbagliare, riprovare, apprendere.

Sparigliare: spa-ri-glià-re (io spa-rì-glio) Separare, scompagnare, dividere una pariglia da [pariglia] coppia, a sua volta da [par] pari - preceduto da una [s] privativa.
Termine da gioco a carte - per cui sparigliare significa lasciare dispari o scompagnate carte dello stesso valore - che da questo contesto trae il gesto vivace. Infatti sparigliare qualcosa intona un'azione fatta con piglio arzillo, come è il buttare una carta sul tavolo.
L'amante devoto potrà quindi sparigliare la grigia coppia dell'amata; un cane potrà abbaiando sparigliare i due cavalli che trainano il calesse in centro, fra le grida dei turisti grassi e pallidi che si stanno sopra; l'abile politico potrà sparigliare l'alleanza avversaria: e questo ci porta, forse, alla connotazione più colorata ed utile della parola.
Lo sparigliare risulta - mi pare - una mossa originale, d'assalto ma soprattutto vincente, con cui si scompagina e separa riuscendo in risultati clamorosi.

Abbiamo bisogno di vederci in maniera differente, di provare a liberare le nostre imprese, i nostri studi dai vecchi modi di pensare di agire.

Spesso quando entro per la prima volta in una nuova impresa mi faccio accompagnare a fare il giro dello stabilimento, l'imprenditore è felice, fiero di quello che ha costruito.

Illustra la produzione, le innovazioni, la tecnologia, i grandi cambiamenti fatti negli ultimi anni... ma poi, a ben vedere, spesso le ipotesi, le basi della contabilità industriale, i tempi di produzione, gli assunti, sono ancora quelli in lire riconvertiti in euro.

Tutto è cambiato tranne l'impostazione di fondo.

Nessuno (o pochissimi) sono immuni da questo. Io per primo mi rendo conto che la tecnologia non sta più diventando un elemento di rottura, di discontinuità. Solo un modo migliore per fare le stesse cose.

Invece dobbiamo aprirci, contaminarci e la sfida è bellissima

Abbiamo bisogno di professori universitari, imprenditori, artigiani, studenti che ci aiutino a cambiare, che abbiano il coraggio di confrontarsi con noi per cambiare la professione.

E cambiare non è facile, perchè spesso non è sbagliato come operiamo, anzi ci ha portato a storie di successo, ma sta diventando vecchio, a breve superabile.

In questi giorni stiamo lavorando ad un nuovo progetto, una novità editoriale. Speriamo possa divenire un laboratorio di idee, in cui la rabbia per la crisi non produca rassegnazione ma energia per alimentare il cambiamento.

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

domenica 21 aprile 2013

Maria Lai: Parliamo di donne e di poesia


Parliamo di donne... 


Tanti mi dicono
"ma perché tu fai queste cose assurde?"
perché l'arte fa sempre cose assurde...
Non c'è un perché...
Per esistere.

(Maria Lai)

People ask me
"But why do you do these crazy things?"
because art always makes unreasonable things...
there is no an explanation...

(Maria Lai)




Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

sabato 20 aprile 2013

Tentennando sereni con la certezza di un nuovo aumento delle tasse

Nessun commento su un Paese diviso, in balia di bande politiche a fine corsa che non si ricordano cosi neanche a Salò nel 45....

Questa calma, questa serenità con cui la gente, sempre più narcotizzata da giornali e tg, affronta la situazione mi spaventa.

Tutti stupiti dall'assenza di panico sui mercati, dallo spread sotto controllo.

Ricordo solo che il governo Monti a fine mandato aveva già previsto un aumento automatico dell'iva al 22% a luglio.

I mercati (influenzati dalla BCE) scontano sereni la copertura a carico degli italiani di questo inutile tentennare.

Ricordo anche che le istituzioni internazionali osservano preoccupate l'assenza di credito alle PMI italiane (la liquidità immessa sul mercato è servita a rafforzare le banche non a rilanciare l'economia) e che le nostre imprese (ed a maggior ragione le multinazionali estere) stanno abbandonando il nostro mercato interno considerandolo non più interessante.

Inutile ricordare poi che la famosa società civile non sta dando gran prova di se, non vedo pressioni serie ed organizzate sulla classe politica per ridurre spese e perimetro dello stato.

Altro che sudditi cari miei. in questo paese siamo tutti complici.

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

martedì 16 aprile 2013

Spesometro: prorogato sine die.

Ancora l'ennesima proroga.
Ancora una manifestazione palese di incapacità a gestire gli impegni da parte dell'Agenzia.
Ancora giorni di allerta negli Studi professionali, richiesta di straordinari ai collaboratori, programmi e software.... tutti in attesa di un verdetto da parte di uno stato sempre più inaffidabile.

Pochi adempimenti, chiari, certi, stabili nel tempo.

Credetemi, l'evasione si combatte semplificando.

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

Spesometro: proroga in comunicato stampa


Comunicato stampa

Comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini Iva del 2012 
Più tempo per l’invio dei dati 
Semplificazioni per chi svolge attività di locazione e noleggio 

La trasmissione dei dati delle operazioni rilevanti ai fini Iva relative al 2012 (cd. 
Spesometro), a seguito delle rilevanti modifiche normative introdotte dal Dl n. 16 del 
2012, non può essere più effettuata con le stesse modalità previste per le annualità fino 
al 2011, compresa la scadenza del 30 aprile che non è più valida. 

Il Dl n. 16 del 2012 ha, infatti, stabilito che per le operazioni effettuate dall’1 gennaio 
2012 tra operatori economici (business to business) l’obbligo di comunicare all’Agenzia 
delle Entrate riguarda tutte le operazioni Iva rilevanti ai fini dell’imposta sul valore 
aggiunto e non più soltanto quelle pari o superiori ai 3.000 euro. 

Resta, invece, fissata a 3.600 euro la soglia per le comunicazioni relative alle operazioni per le quali non è previsto l’obbligo di emissione della fattura (business to consumer). 

Con successivo provvedimento del direttore dell’Agenzia, che terrà conto delle 
numerose proposte formulate dalle associazioni di categoria, sarà approvato il nuovo 
modello di comunicazione con le relative specifiche tecniche e fissata una nuova 
scadenza, per inviare i dati relativi al 2012, che sarà definita tenendo in considerazione i 
tempi tecnici necessari per effettuare gli adempimenti richiesti. 

Nel provvedimento tra le diverse misure di semplificazione degli adempimenti sarà 
prevista anche la facoltà, per gli operatori commerciali che svolgono attività di 
locazione e/o noleggio, di optare per la comunicazione dei dati utilizzando il nuovo 
modello di comunicazione ed effettuando l’adempimento nei termini previsti per il 
“nuovo spesometro”. 
Roma, 15 aprile 2013


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

lunedì 15 aprile 2013

Le imprese che resistono

Oggi parlando con il presidente di una associazione imprenditoriale ci si stupiva della generosità delle aziende lombarde. Il salone del Mobile ha dato vita ed entusiasmo ad una Milano sofferente per la crisi.

Le aziende del settore si sono date, con generosità, investendo spesso a debito nella fiera e negli eventi.

I soldi ormai non ci sono più o sono pochi, ma le imprese non si arrendono e Milano per qualche giorno è rinata. 

Certo se poi si pensa alla disastrosa gestione dell'expo.....

In contemporanea escono i risultati di una interessante ricerca Bocconi che individua alcune regole seguite dalle imprese che più di altre stanno riuscendo a combattere la crisi:

  1. l’internazionalizzazione deve essere focalizzata. Non occorre essere presenti in tutto il mondo, ma selezionare alcuni mercati coerenti con il core business, non sottovalutando il peso del proprio mercato d'origine. 
  2. le nicchie: focalizzarsi sulle aree di competenza con pochi prodotti consente di difendersi meglio.
  3. la capacità di decidere: una struttura organizzativa meno burocratica e rigida consente di prendere decisioni in tempi rapidi con modalità di controllo basato sulla conoscenza delle persone.
  4. focalizzarsi sul cliente e non sull’azionista anche se questo significa sacrificare i profitti nel breve periodo.
  5. definire gli asset valoriali, spesso dipendenti dalla nazione d'origine. L’autenticità basata su valori forti non solo favorisce lo spirito di squadra all’interno dell’impresa, ma consente di essere percepiti come più credibili agli occhi dei consumatori che in tempi di crisi sono più attenti alle scelte da effettuare.
Chissà quando si imparerà a fare sistema e a valorizzare l'enorme ricchezza imprenditoriale (che sta svanendo) del nostro Paese..

Crisi: Omessi versamenti e penale tributario


La situazione finanziaria di molte imprese si fa sempre più grave. Inutile richiamare i numerosi articoli di giornale sull'argomento. Interessante osservare che finalmente l'orientamento della giurisprudenza (per ora solo quella di merito in realtà) si stia aprendo a meglio comprendere la situazione in cui operano le imprese.

Attenzione però a non sottovalutare la ratio della sentenza illudendosi di una sanatoria che non è nelle intenzioni dei giudici.

Il Tribunale di Novara con sentenza del 20.3.2013 sostiene che non è ravvisabile il dolo se non si sono pagate le imposte a causa di fattori completamente estranei al controllo dell’imprenditore.

Questa sentenza pare mitigare il ben più severo orientamento della Cassazione nei confronti degli omessi versamenti.

Al riguardo, non sfuggendo che autorevole dottrina ha ritenuto di individuare nel sopraggiungere di una crisi di liquidità di dimensioni importanti (qual è quella che esita, senza soluzione di continuità, nello scioglimento e messa in liquidazione dell'ente) una sorta di "forza maggiore" che esclude la volontà del sostituto d'imposta di omettere il versamento delle ritenute. Ora, con ciò non si intende certo affermare che, a tali fini, possa assumere rilevanza ogni situazione di crisi finanziaria, per quanto di dimensioni considerevoli, ma, eventualmente, solo quella determinata da fattori tutt'affatto estranei alla sfera di controllo dell'imprenditore, e in alcun modo riconducibili a una sua mala gestio: in ciò tali da delineare una sorta di illiquidità non prevedibile né evitabile. China sulla quale, recentemente, si è incanalata anche parte della giurisprudenza di merito: da ultimo Trib. Milano, 19 settembre 2012, secondo cui: ai fini della sussistenza del reato di omesso pagamento di ritenute certificate, non può desumersi il dolo, nemmeno nella forma eventuale, dal mancato pagamento tempestivo delle ritenute senza che sia addotta altra circostanza idonea a fornire autonoma prova della sua sussistenza. 
Principio alla stregua del quale i due citati arresti sono giunti a escludere il dolo del reato di omesso versamento di ritenute certificate, ad esempio, in capo al sostituto di imposta che non abbia potuto adempiere all'obbligazione tributaria perché la società di cui era legale rappresentante affrontava una mancanza di liquidità dovuta a gravi e non prevedibili inadempimenti da parte di Enti pubblici, pur essendosi egli attivato per il recupero di quei crediti ed avendo effettuato i versamenti dovuti non appena in grado di farlo. 
Al riguardo, ritiene il Giudicante che un siffatto modo di ragionare, in quanto proclive a restituire al momento delibativo della colpevolezza del reato un autonomo spatium vivendi nell'analisi del reato stesso, in linea con le più evolute concezioni "tripartita" e "quadripartita", debba essere preferito rispetto al tradizionale orientamento di legittimità, prono, per converso, a escludere aprioristicamente la rilevanza, ai fini dell'esclusione del dolo del reato di cui all'art. 10-bis, della situazione di difficoltà economica o di crisi di liquidità del soggetto obbligato, senza tuttavia prenderne in considerazione le cause (orientamento di massima cui è ascrivibile, inter alia, Cass. Sez. 3, Sentenza n. 47340 del 15/11/2007, secondo cui, sic et simpliciter: «in tema di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali (art. 2, D.L. 12 settembre 1983, n. 463, conv. con modifiche in L. 11 novembre 1983, n. 638), ai fini della punibilità dell'agente è sufficiente il dolo generico, consistente nella volontarietà dell'omissione. Ne consegue che, accertata tale volontarietà, non è necessaria una esplicita motivazione sull'esistenza del dolo»).


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

mercoledì 10 aprile 2013

Banche: quale rating per il credito alle imprese


La recente crisi economica e finanziaria ha ulteriormente accresciuto l’importanza delle scelte organizzative delle banche in materia di attività creditizia.


Ci si è chiesti se la crisi, anche attraverso l’aumentata rischiosità dei prestiti delle imprese e la difficoltà per le banche di valutare il loro merito creditizio, non avesse determinato una revisione dei modelli organizzativi scelti dagli intermediari nella loro attività di finanziamento all’economia.  



Il lavoro analizza l’organizzazione dell’attività di prestito delle banche utilizzando i risultati di due indagini riferite al 2006 e al 2009. In questo periodo l’utilizzo di metodologie di rating e scoring è andato diffondendosi anche alle banche più piccole; gli intermediari maggiori hanno impiegato tali tecniche in modo più incisivo nel pricing dei prestiti, mentre si è ridotta la rilevanza dei rating nella decisione se concedere il finanziamento; le banche più piccole hanno continuato a utilizzarli in modo flessibile. 

In seguito alla crisi le banche hanno attribuito maggiore importanza a tutte le fonti informative, qualitative o quantitative, accrescendo la richiesta di garanzie. La tendenza al decentramento delle decisioni sembra essersi interrotta e la permanenza media dei responsabili di filiale è diminuita. 

Questi ultimi hanno deleghe spesso correlate ai rating, mentre gli incentivi nella loro remunerazione non hanno subito modifiche sostanziali. In sintesi, la recessione del 2008 09 in taluni casi ha contribuito ad accelerare processi di riorganizzazione già in corso, in altri invece ne ha mutato la direzione. 

Scarica la ricerca: http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/qef154;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=it

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

martedì 9 aprile 2013

Uscire o no dall'Euro?

Inizia ad affacciarsi quanto meno come possibilità anche nel dibattito politico l'uscita dall'euro.
Pro e contro, massacro iniziale e poi forse tornare a crescere da un lato, lenta agonia dall'altro.

Non sono ancora riuscito a farmi una idea chiara. Il dibattito tra economisti (alcuni anche amici) si fa serrato.

Per ora solo qualche riflessione sicuramente imprecisa e più legata a sensazioni che non a un approfondimento razionale:

  1. L'euro è stato costruito male, si è cercato di forzare l'economia (ed i bilanci pubblici) a fronte di scelte politiche lacunose;
  2. Uscirne mi spaventa non riuscendo bene a comprendere fino in fondo gli effetti soprattutto sul debito ovviamente.
  3. la svalutazione potrebbe dare ossigeno sul breve ben sapendo che appare solo come una scorciatoia.
Purtroppo però se questo Paese non si deciderà a cambiare saremo costretti ad uscire. Punto.

Quella che oggi appare una scelta da non fare finirà per diventare una via obbligata, una decisione di altri da subire.

Se è vero che la crisi è fonte di opportunità, qui ragazzi le stiamo perdendo tutte.


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

lunedì 8 aprile 2013

Io sono utile alla mia rosa, ma tu non sei utile alle stelle...


"A che ti serve possedere le stelle?" chiese il Piccolo Principe all'uomo
"Mi serve ad essere ricco"
"E a che serve essere ricco?"
"A comperare delle altre stelle se qualcuno ne trova"
"Io" disse il Piccolo Principe "possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni e possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. E' utile ai miei vulcani e al mio fiore che li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle.."


E' qualche giorno che mio figlio si sveglia ed ha come primo pensiero il prendersi cura della sua rosa (che in realtà in origine era della mamma).

Mi prende per mano, mi spiega come cambiare l'acqua e poi, soddisfatto si sofferma per qualche secondo a fissarla.

E' molto fiero di se e della sua rosa e mi ha ricordato il piccolo principe.
Per crescere è fondamentale prendersi cura degli altri. 

E' una cosa che dimentichiamo. Dedicarsi agli altri non è altruismo, non solo, ma un modo per crescere, per migliorare noi stessi.

Oggi mi ha insegnato che devo essere utile a ciò che posseggo. e non è poco.


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

La mia signora Thatcher

Non ha mai cercato di farsi amare, ha sempre cercato di essere utile al suo Paese. E' riuscita ad essere utile al mondo intero.

Un gran personaggio storico, una donna che non aveva bisogno di quote rosa, un monumento al suo Paese.

Fa parte della mia adolescenza, insieme a Reagan, ai Duran Duran e a Rocky IV. 

Fa parte della Storia, ha salvato il mondo dal comunismo.

Essere potenti è come essere una donna. Se hai bisogno di dimostrarlo vuol dire che non lo sei.
***
Nessuno ricorderebbe il Buon Samaritano se avesse avuto solo buone intenzioni. Aveva anche soldi.
***
Non sono stata fortunata. Me lo meritavo.
***
Io non sono dura, sono terribilmente morbida. Ma non persisterò nell'esserlo.
***
L'economia è il mezzo, l'obiettivo è quello di cambiare il cuore e l'anima.
***
Sconfitta, non conosco il significato di questa parola!
***
In politica, se vuoi qualcosa di detto, chiedi ad un uomo, se vuoi qualcosa di fatto, chiedi a una donna.
***
Non si ottiene nulla senza problemi, mai.
***
Se un conservatore non crede che la proprietà privata è uno dei principali baluardi della libertà individuale, allora avrebbe fatto meglio a diventare un socialista e farla finita.
***
Un uomo può scalare l'Everest per se stesso, ma al vertice pianterà la bandiera del suo paese.
***
La vita è un arazzo di uomini e donne, la gente e la bellezza di questo arazzo e la qualità della nostra vita dipendono da quanta responsabilità ognuno di noi è disposto ad assumersi su noi stessi e quanto ognuno di noi è pronto a voltarsi e aiutare con i nostri sforzi coloro che sono sfortunati.
***
Amo l'argomentazione, mi piace il dibattito. Non mi aspetto che nessuno che si sieda lì sia d'accordo con me, non è il loro lavoro.
***
I governi socialisti tradizionalmente fanno un pasticcio finanziario. Sono sempre a corto di soldi degli altri. Si tratta piuttosto di una loro caratteristica.
***
Non credo che ci sarà un Primo ministro donna durante la mia vita.
***
La libertà della gente dipende fondamentalmente dalla legge, un sistema legale equo.
***
E io andrò a criticare il socialismo, e contrastare il socialismo perché è un male per la Gran Bretagna. La Gran Bretagna e il socialismo non sono la stessa cosa.
***
Ci vorranno anni, e non nel mio tempo, prima che una donna guidi il partito o diventi primo ministro.
***
I governi laburisti ci hanno portato al record di pressione fiscale in tempo di pace. Hanno la malattia tipica socialista, hanno esaurito i soldi degli altri.
***
Lasciate che i nostri figli crescano alti, e alcuni più alti degli altri se saranno in grado di farlo.
***
Tutta la mia vita ho combattuto contro il Comunismo e altre organizzazioni estremiste perché, se li combatti, loro operano segretamente e ciò dà loro un entusiasmo che non otterrebbero se si portassero avanti le loro politiche apertamente. Noi li batteremo argomento su argomento.
***
Ho la capacità di una donna di attenersi a un lavoro e portarlo avanti quando tutti gli altri si allontanano e lo lasciano.
***
L’U.R.S.S. è governata da una dittatura paziente, uomini decisi e lungimiranti che stanno rapidamente facendo il loro paese la prima potenza navale e militare del mondo. Non stanno facendo questo esclusivamente per motivi di autodifesa.
***
La Gran Bretagna non è più nella politica del pendolo, ma in quella del cricchetto.
***
Odio gli estremi di qualunque tipo. Il comunismo e il Fronte Nazionale. Entrambi cercano il dominio dello Stato sull'individuo. Entrambi, credo nello schiacciare il diritto del singolo. Per me, quindi, sono partiti dello stesso tipo.
***
Posso fidarmi del fatto che mio marito non si addormenta su una piattaforma pubblica, di solito applaude nei momenti giusti.
***
I Voti non cadono dagli alberi come prugne mature. Devono essere conquistati.
***
I penny non cadono dal cielo, devono essere guadagnati qui sulla terra.
***
Per coloro che attendono con il fiato sospeso quel tormentone tanto amato dei media, l'inversione di marcia, ho solo una cosa da dire: Voi giratevi se volete.
***
Le mie politiche non si basano su una teoria economica, ma su cose con cui milioni di persone come me sono cresciuti: una giornata di lavoro onesto per una giornata di paga onesta; vivere all'interno dei propri mezzi per mettersi da parte un gruzzolo per un giorno di pioggia; pagare le bollette in tempo per sostenere la polizia.
***
I giovani non dovrebbero essere inattivi. Gli fa molto male.
***


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

L'imbarazzante decreto imprese - debiti PA

Confesso che quanto sto per scrivere deriva da una prima lettura (domenicale) del decreto e può scontare una certa superficialità di lettura e una ampia ignoranza di finanza pubblica. Mi sento però di dire la mia restando aperto a suggerimenti e correzioni.

Questo decreto temo sia fonte (o dovrebbe esserlo) di imbarazzo per ogni cittadino italiano.

Rappresenta la fotografia impietosa e drammatica di un Paese che sopravvive a se stesso vittima di una burocrazia autoreferenziale ed inefficiente.

Di seguito alcune riflessioni superficiali:
  1. Complessità e tempi del decreto: 20 pagine più allegati per un ordine di pagamento è un record. la procedura ad occhio e croce non partirà prima del 2014, sarà complessa e subordinata alla capacità burocratica dell'ente debitore. Ad oggi solo Rete Imprese pare abbia fatto sentire la propria voce.
  2. Assenza di sanzioni: non ho trovato meccanismi sanzionatori (che già dovrebbero essere di "sistema") per gli enti insolventi. Possibile che non si riescano ad identificare le colpe di un simile disastro? 
  3. Assenza di correttivi: possibile che non si stia pensando a come impedire il ripetrsi di simili soluzioni? la contabilità pubblica va semplificata e resa trasparente, i controlli devono essere effettuati, ecc..
  4. Lo Stato che non paga le imprese oneste favorisce la mafia: le aziende che lavoravano con lo Stato sono fallite o stanno fallendo. Le aziende serie smettono di partecipare agli appalti (oltretutto a prezzi sempre meno remunerativi). Le uniche aziende che possono sopportare questa situazione sono quelle che non hanno certo bisogno delle banche per trovare i soldi.
  5. Censimento del debito: ovvero la manifesta inaffidabilità della contabilità pubblica di Stato centrale ed enti territoriali che non sanno ad oggi quali sono i debiti che hanno nei confronti delle imprese:
    • le pubbliche amministrazioni debitrici di cui al comma 1 comunicano a partire dal 1 giugno 2013 ed entro il termine del 15 settembre 2013, utilizzando la piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni di cui al medesimo comma 1, l’elenco completo dei debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2012, con l’indicazione dei dati identificativi del creditore. La comunicazione avviene sulla base di un apposito modello scaricabile dalla piattaforma elettronica, nel quale è data separata evidenza ai crediti già oggetto di cessione o certificazione. Il creditore può segnalare all’amministrazione pubblica debitrice, in tempo utile per il rispetto del termine di cui al primo periodo, l’importo e gli estremi identificativi del credito vantato nei confronti della stessa.
  6. Compensazioni debiti/crediti tributari: tralasciando l'imbarazzante scenetta con cui il decreto è stato approvato (compensazione si, no, forse...) pare che le compensazioni di crediti  possano avvenire solo con somme dovute in base agli istituti definitori della pretesa tributaria e deflativi del contenzioso tributario. Possibile? stiamo dicendo che posso compensare solo in caso di accertamento? non posso quindi compensare il semplice debito di imposta emerso in dichiarazione nell'anno? Spero di aver letto male e di venir sonoramente smentito. 
  7. Nuove tasse?: tralascio per carità di patria le clausole ed i vincoli (unione europea) e la minaccia velata di nuove tasse per garantire la copertura.
  8. Pagare debiti facendo debiti: la copertura mi pare tragicomica. inevitabile ma tragicomica.
Quello che fa più male è il solito effetto marketing. Il legislatore non è mai trasparente, è una continua presa in giro del contribuente. Dice che paga (ma poi subordina tutto ad una lunga, complessa e faraginosa procedura). Dice che consentirà di compensare debiti e crediti tributari (ma poi se leggi bene non è così). E come sempre tutto è subordinato alle decisioni europee ed a ipotesi di nuove tasse ove i titoli di stato non bastassero.

Tutto questo per me che sono un semplice cittadino è davvero fonte di serio imbarazzo. 
Non oso pensare per chi è creditore della PA... non oso pensare.

Fortuna che ci sono i giornali a raccontare che va tutto bene.

PS ogni critica come sempre è bene accetta. In questo caso, anzi, procurerebbe solo sollievo a chi scrive.

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

sabato 6 aprile 2013

Open source e cloud: software per la gestione dello Studio del Commercialista

Il periodo è quello che è ma come sempre le idee nascono quando si è maggiormente sotto pressione.

Stiamo cercando di ridefinire in maniera più automatizzata (il tempo è sempre poco) e strutturata (pianificare una strategia di lungo rende sempre molto in termini di efficacia) alcune aree dell'attività di Studio.


Come spesso accade per i post che hanno come argomento la gestione dello studio professionale sono più ad uso interno per aiutarci a chiarirci le idee. Spero comunque che i colleghi vogliano aiutarci con domande e suggerimenti.


Resta tutta da capire la gestione documentale e come ottimizzare il servizio sfruttandola, ma andiamo con ordine.


Alcune aree da sviluppare o automatizzare:
  1. Gestione newsletter: spesso trascurata per mancanza di tempo, sarebbe interessante gestire una newsletter periodica (settimanale? quindicinale?) che contenga in automatico i link ai principali articoli e post pubblicati dal nostro Studio;
  2. Gestione lettera informativa riservata ai clienti: delegare per ottimizzare invii e scadenze. il servizio oggi è apprezzato. Da sviluppare la comunicazione mirata i nuovi servizi di studio o al coinvolgimento dei clienti nella gestione dei dati.
  3. CRM: gestire in maniera più strutturata (social?) i numerosi contatti, sia dal lato potenziali clienti sia dal lato potenziali collaboratori. Senza dimenticare le iniziative legate alla Fondazione Dottori Commercialisti e le iniziative editoriali che stanno per partire a breve (anche se "breve" in questo settore è sempre un concetto relativo).
  4. Software procedure di Studio: dubbi se acquistare uno dei tanti software in commercio (quale?) o rivolgersi a soluzioni open source (quale?).
  5. Coordinare articoli su varie testate: collaboriamo a varie testate, sarebbe utile sviluppare meglio una differente caratterizzazione e schedulare i vari articoli in maniera da avere almeno una cadenza settimanale o quindicinale.
Sui primi tre punti credo che siamo giunti a soluzioni interessanti e decisamente poco costose.
Il 4 punto resta tutto da definire. Il 5 è solo lavoro e costanza.

Nuovi progetti in cantiere e bisogno di riordinare le idee. Ogni suggerimento è bene accetto.

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

Concordato preventivo: documentazione, indipendenza del perito, concordato in bianco.


La normativa riguardante il concordato preventivo è stata oggetto di numerose modifiche nel corso degli ultimi anni riscuotendo notevole interesse tra imprese e professionisti del diritto coinvolti in programmi di ristrutturazione e risanamento.

La crisi economica e la stretta bancaria mantengono sempre attuale questo strumento che dovrebbe, almeno nelle intenzioni del legislatore, offrire un più celere pagamento dei creditori rispetto alle altre procedure concorsuali.

Proviamo, con l'aiuto della norma, a sintetizzare le principali caratteristiche e peculiarità del concordato che oggi si arricchisce del cosi detto "concordato in bianco".

Ricorso e documentazione allegata
La domanda per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo è proposta con ricorso, sottoscritto dal debitore, al tribunale del luogo in cui l'impresa ha la propria sede principale. 
Il debitore deve presentare con il ricorso i seguenti documenti
  1. una aggiornata relazione sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell'impresa
  2. uno stato analitico ed estimativo delle attività e l'elenco nominativo dei creditori, con l'indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di prelazione;
  3. l'elenco dei titolari dei diritti reali o personali su beni di proprietà o in possesso del debitore
  4. il valore dei beni e i creditori particolari degli eventuali soci illimitatamente responsabili
  5. un piano contenente la descrizione analitica delle modalità e dei tempi di adempimento della proposta.
Il piano e la documentazione di cui sopra devono essere accompagnati dalla relazione di un professionista, designato dal debitore, in possesso dei requisiti di indipendenza (ex art 67 lf *), che attesti la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano medesimo. 

Analoga relazione deve essere presentata nel caso di modifiche sostanziali della proposta o del piano. 

Concordato in bianco
L'imprenditore può depositare il ricorso contenente la domanda di concordato unitamente ai bilanci relativi agli ultimi tre esercizi, riservandosi di presentare la proposta, il piano e la documentazione come sopra descritta entro un termine fissato dal giudice compreso fra sessanta e centoventi giorni – nel caso di pendenza di procedimento per la dichiarazione di fallimento il termine è necessariamente di 60 giorni - e prorogabile, in presenza di giustificati motivi, di non oltre sessanta giorni.

La norma peraltro prevede che entro il termine concesso dal Tribunale il debitore possa depositare alternativamente domanda di accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182 bis, comma primo, L.F.. 

Gestione ordinaria e straordinaria
Dopo il deposito del ricorso e fino al decreto di cui all'articolo 163 il debitore può compiere gli atti urgenti di straordinaria amministrazione previa autorizzazione del tribunale, il quale può assumere sommarie informazioni. 
Nello stesso periodo e a decorrere dallo stesso termine il debitore può altresì compiere gli atti di ordinaria amministrazione. 

Effetti
I crediti di terzi eventualmente sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili. A decorrere dalla data di pubblicazione del ricorso, contenente la domanda, nel registro delle imprese, il debitore gode degli effetti protettivi tipici del procedimento di concordato di cui all’articolo 168 della legge fallimentare. 
Le ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni che precedono la predetta data di pubblicazione sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato, ed estendendo la sanzione di nullità, già prevista dal primo comma per le azioni esecutive, anche a quelle cautelari promosse o proseguite sul patrimonio del debitore successivamente alla citata data di pubblicazione.

* Requisiti indipendenza:
Un professionista indipendente designato dal debitore, iscritto nel registro dei revisori legali ed in possesso dei requisiti previsti dall'art. 28, lettere a) e b) deve attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano
il professionista è indipendente quando non è legato all’impresa e a coloro che hanno interesse all’operazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale tali da comprometterne l’indipendenza di giudizio;
in ogni caso, il professionista deve essere in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2399 del codice civile e non deve, neanche per il tramite di soggetti con i quali è unito in associazione professionale, avere prestato negli ultimi cinque anni attività di lavoro subordinato o autonomo in favore del debitore ovvero partecipato agli organi di amministrazione o di controllo;

mercoledì 3 aprile 2013

Aumento addizionale regionale Irpef

Un raddoppio secco rispetto ai livelli attuali per l'addizionale Irpef delle Regioni. 

È questo l'asso finito a sorpresa sul tavolo nella bozza di Dl che prova a sbloccare la montagna dei pagamenti pubblici arretrati, e che non rinuncia all'ennesima pessima notizia per i contribuenti. La misura anticipa di due anni una previsione contenuta nei decreti attuativi del federalismo fiscale....
di Gianni Trovati - Il Sole 24 Ore

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

Una nuova tassa occulta per le imprese


L’INPS trasforma un contributo per la ricollocazione dei dipendenti, in una ennesima tassa occulta per l’imprese. E’ questo l’Inps lo fa tramite una circolare amministrativa senza alcuna copertura legislativa. 

Questa è l’unica spiegazione che è possibile dare per i Consulenti del Lavoro dopo la lettura della circolare 44/2013 in cui si fa il punto della situazione sulle novità introdotte dalla legge n. 92/2012 (Legge Fornero) in tema di licenziamenti per giustificato motivo oggettivo.

Nella circolare n.44/13 l'INPS fornisce i criteri e le modalità per il pagamento del contributo che colpisce le risoluzioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato verificatesi a partire da gennaio 2013.


A regime (aprile), il contributo va pagato entro il termine di scadenza della denuncia contributiva riferita al mese successivo a quello in cui si verifica l'interruzione del rapporto di lavoro.

C'è da chiedersi gli effetti anche ai fini dei bilanci che stiamo chiudendo in questi giorni, accantonamenti ad appositi fondi rischi, ecc..


Davvero non si sentiva il bisogno di ulteriori prelievi su imprese che già fanno fatica e si trovano a ridurre il personale.


Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

martedì 2 aprile 2013

I deportati di via solferino

Il mondo sta cambiando, per tutti, per alcune professioni più velocemente di altre.
Riporto un articolo del foglio ... spostarsi è perdere l’immagine, è perdere la tradizione – spostarsi è perdere l’anima. 

Se non capisci che muoversi da Via Solferino è una deportazione, non puoi capire nulla del Corriere della Sera”. La “deportazione” è il trasferimento della redazione del giornale più influente d’Italia, diretto da Ferruccio de Bortoli, dalla storica sede nel centro di Milano alla periferia nord-est della città, via Angelo Rizzoli, tre palazzi e una torre ideati da Stefano Boeri a due passi dal parco Lambro. Là c’è già un bel pezzo di Rcs Mediagroup, ci sono i periodici con la loro triste fama di essere un buco nero di perdite (“Ora che l’azienda ha annunciato che venderà o chiuderà dieci testate, secondo te chi è che vorrà più metterci un euro di pubblicità, in questi zombie?”), i Libri, la pubblicità, i new media e gli uffici di staff. C’è ancora tanto spazio, un palazzo intero, quanto basta per ospitare i giornalisti del Corriere e della Gazzetta dello Sport. Ma loro non si vogliono muovere.....

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

IRDCEC: l'istituto di ricerca non verrà più finanziato


Non parlo spesso di cosa accade all'interno del mio ordine professionale nè di quel disastro in cui si trova il CNDCEC attualmente commissariato dal Ministero della giustizia per presunte irregolarità elettorali.

Chi mi segue sa che sono un difensore del libero mercato e che ho più volte criticato alcune posizioni ordinistiche.

Qui però si sta esagerando. Le lobby in assenza di un governo forte si stanno scatenando e l'assenza di una rappresentanza sta creando per i commercialisti una situazione davvero complicata (delle due l'una, o si aboliscono gli ordini e si liberalizza l'economia, ma tutta l'economia, o si crea un sistema di professioni protette snello e coerente al servizio del cittadino e non delle corporazioni).

In questi giorni apprendo che il Commissario ha deciso di sospendere i finanziamenti all'Istituto di ricerca dei commercialisti. 

Sia chiaro, non  è che l'ente abbia mai brillato per la numerosità e qualità degli elaborati (il parastato è ovunque) ma la sua funzione è necessaria. Abbiamo bisogno di prassi autorevoli a cui rifarci, ad interpretazioni autorevoli sia in campo fiscale sia in quello societario.

Chi lavora quotidianamente con il diritto sa quanto questo serva. 

L'istituto va riformato, potenziato. Farlo chiudere rappresenta un danno per tutti.

Pare che in assenza di un CNDCEC regolarmente eletto alcuni Ordini stiano cercando di organizzarsi per fare supplenza. Speriamo, ma sono sicuro che finiremo per pagare cara questa situazione sia a livello italiano che a livello europeo.

L'Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
L'Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, nato dalla fusione della Fondazione Aristeia e della Fondazione Luca Pacioli, si propone di diventare punto di riferimento della Categoria unificata, cercando di esaltare le peculiarità delle fondazioni che in esso sono confluite.
L'obiettivo che il Comitato direttivo intende perseguire nel corso del mandato è accreditarsi quale ente di riferimento per l'analisi delle problematiche professionali e di supporto per l'attività formativa.

Integrazione

IRDCEC: lettera aperta al Commissario Straordinario CNDCEC Dott. Giampaolo Leccisi


Con vivo stupore l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili apprende la Sua decisione di non erogare l’annuale contributo, peraltro già risultante dal bilancio preventivo per il 2013, nei confronti dell’Istituto di Ricerca di categoria, decisione che inevitabilmente conduce ad uno scioglimento anticipato del rapporto con tutti i ricercatori dell’IRDCEC.
La circostanza desta notevole preoccupazione, in considerazione del conseguente smembramento di una struttura che da sempre rappresenta la nostra categoria professionale fornendo, attraverso l'impegno costante dei suoi ricercatori, un supporto tecnico di elevato valore.
Nel convincimento che il Suo complesso compito non sia da considerarsi di natura liquidatoria, bensì finalizzato al superamento della attuale fase patologica in cui versa la Categoria, preservando e tutelando il Patrimonio del Consiglio Nazionale, l’UNGDCEC La invita a riconsiderare una decisione che con tutta evidenza non può che arrecare danni irreversibili.
Se, in buona fede, Lei ritiene di non poter disporre in merito al versamento del tradizionale e vitale contributo del CNDCEC all'IRDCEC, allora si attivi immediatamente presso il Ministero con una formale richiesta scritta di autorizzazione a procedere. E il Ministero, ricevuta la richiesta, dia con pari celerità il suo espresso consenso.
Diversamente, non potrà che trovare conferma l’idea di un totale disinteressamento da parte del Ministero della Giustizia per i bisogni, la storia e il futuro della nostra Categoria.

La Giunta UNGDCEC



Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!

lunedì 1 aprile 2013

Se me lo dicevi prima...

Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima
Eh, se me lo dicevi prima
Come prima
Ma sì se me lo dicevi prima
Ma prima quando
Ma prima no
Eh, si prendono dei contatti
Faccio una telefonata al limite faccio un leasing
Se me lo dicevi prima...


Enzo Jannacci

Se me lo dicevi prima....  mi preparavo meglio.
Se me lo dicevi prima Milano si organizzava. Mica uno se ne può andare via cosi durante le feste, che siamo tutti via a sciare, tutti tranne me che ho il piccolo con l'influenza e sono restato a casa.

Che poi i ricordi si mischiano, si sovrappongono e li scopri simili ad altri amici che restano rapiti dalle emozioni pensando a persone che non ci sono più.

Jannacci anche io l'ho scoperto cosi, poco convinto ascoltandolo insieme a mio padre mentre la tata mi cantava "vengo anche io, no tu no!" che credevo fosse una canzone per bambini.

Ma già da allora capivo che c'era qualcosa di più, che mio padre mi invitava a cercar di capire anche se sapeva che ero troppo piccolo.

Poi per diverso tempo è sparito. Ci siamo ritrovati al Bolgia Umana, io studente squattrinato ma fiducioso nel sicuro futuro successo, come si usava a Milano nei primi anni 90, una Milano veloce che non capiva ma cresceva e consumava felice.

E lì lui era sempre fuori posto. Era sempre fuori moda. 

Con quel locale che racchiudeva tutte le sue contraddizioni, quel locale che doveva essere una scuola per futuri cabarettisti, quel locale aperto a tutti (e che chiuse velocemente), come le osterie che cantava nelle sue canzoni ma che se ci portavi una ragazza ti toccava fare un leasing tanto era caro.

Io li sicuro dei miei 20 anni, lui che il successo l'aveva già avuto triste ed insoddisfatto.

Lui a fare il sinistro vestito da paninaro, sempre mezzo brillo, coccolato dal figlio che lo accompagnava al piano. Sembrava si fossero scambiati i ruoli, lui cosi fragile ed il figlio che lo guardava rassicurante ed orgoglioso, quasi ad incoraggiarlo, come faceva mia madre con me ai saggi alle elementari quando timoroso salivo sul palco del teatro delle suore per recitare il mio piccolo ruolo da protagonista.

Con quella tristezza cosi lontana dai sorrisi aperti e solari della mia tata, pugliese come lui, mentre fischiettava vengo anche io no tu no....

E poi la riscoperta vera, allegra, ricordando le canzoni e dimenticando un pò l'artista. 

In barca con gli amici, milanesi contro napoletani, c'era sempre lui ed il palo dell'ortica a farla da padrone (anche se poi il cd di murolo lo portavo io ;-).

Come al mio matrimonio in sottofondo, durante l'aperitivo, insieme ad Arigliano e Buscaglione.

Mai capito fino in fondo, e lo sapeva.

Amato da quella borghesia di cui forse non si sentiva figlio ma a cui desiderava appartenere. Sempre a metà tra il medico e l'artista, tra il borghese e l'emarginato.

Eppure quanto è bello pensare a quel gruppo di amici, a Gaber, a Cochi e Renato.

Quanto è bello ricordare che Milano è stata lavoro, professioni ma anche arte, poesia e canzoni.

Quanto manca tutto questo proprio oggi che di lavoro ce n'è meno.

E' che a Milano proprio non puoi chiedere di decrescere, Milano è felice di lavorare e di far poesia, nascondendosi un pò, con pudore e riservatezza. mai con vergogna.

Milano che forse, me ne rendo conto ora, non gli ha mai perdonato quella malinconia, quel non scegliere il posto ed ruolo da giocare, quella Milano che ha bisogno di capire chiaro chi sei, di capirlo subito, perchè qui si corre veloce.

E poi Milano che quando apprende la notizia si mette a cantare in osteria per ricordare....

E poi in rete trovi i racconti dei suoi di amici, di quelli veri e ti commuovi un pò... anche se non sei mai riuscito a capirlo fino in fondo... 

Link: Per restare aggiornato iscriviti alla nostra Newsletter!
Related Posts with Thumbnails

Post più popolari degli ultimi 30 gg

Translate