lunedì 25 marzo 2013

Troppi dati, nessuna informazione.

Usiamo male i dati a nostra disposizione.
Troppo spesso quando incontro un imprenditore alle mie semplici domande risponde con una mole infinita di dati, non sempre verificati nella veridicità, spesso inutili a prendere decisioni operative.

Ma c'è sempre una certa fierezza nel produrre qualche plico di carta a dimostrazione del lavoro svolto, a dimostrazione che è tutto sotto controllo.

Eppure a me servono pochi dati per rispondere alle mie domande, dati che non sempre è agevole ottenere.

Non sfuggo alla realtà, probabilmente lo stesso accadrebbe analizzando il mio studio professionale.

I dati rappresentano una ricchezza, una fonte spesso inesplorata di occasioni di business o di risparmio sui costi. Facciamo ancora poco e soprattutto abituiamo poco i nostri clienti a farlo.

A volte, soprattutto in momenti di congiuntura debole come questi attendere per ottenere dei dati ha un costo, far invertire la rotta ad una impresa richiede tempo e sconta sempre una certa inerzia derivante dalla mole e dalla capacità dell'imprenditore e dei suoi consulenti.

Imparare ad estrarre, monitorare i dati ed usarli per prendere decisioni strategiche diventerà sempre più indispensabile per le imprese, non solo per le grandi che già da tempo si confrontano con questi problemi. Anche e soprattutto per le PMI.

Non sempre ci viene riconosciuto ma fornire fin da subito al manager incaricato di risanare l'impresa i dati necessari, le informazioni per poter agire spesso fa la differenza.

Incredibile, solo a pensarci, quanto sia cambiata la nostra professione negli ultimi anni.

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