lunedì 7 gennaio 2013

Redditometro: per i commercialisti ci sarà da lavorare.

Tra pochi mesi, si stima entro marzo, partiranno i controlli con il nuovo redditometro (si veda scheda di sintesi del corriere.it ).

Lo strumento appare sempre di più come una sorta di studio di settore per le famiglie ed i privati.
Lo Stato, a fronte di stime statistiche sulle spese individuali difficilmente confutabili, determinerà un reddito presunto costringendo i contribuenti a provare la loro correttezza (inversione dell'onere della prova).

L’accertamento con metodo c.d. sintetico – fondato sulla disponibilità di beni e servizi indici di capacità contributiva  – dispensa quindi l’ufficio dall’onere di fornire ulteriori prove a sostegno della propria pretesa e pone a carico del contribuente l’onere di dimostrare che il reddito presunto sulla base del redditometro non esiste o esiste in misura inferiore.

Se ai più appare semplice difendersi a fronte dell'acquisto e del mantenimento di immobili e veicoli, più complicato appare per i redditi medio bassi che dovranno spiegare di spendere meno al supermercato di quanto stimato dal fisco, il minor utilizzo dell'auto per ridurre la spesa di benzina ecc...

Ricordo inoltre che in questo periodo sempre più famiglie (anche di imprenditori e professionisti) attingono ai risparmi per tirare avanti.

Sia chiaro, nessuno critica lo strumento in se, quello che trovo assurdo è l'averlo concepito in modo da ridurre notevolmente le possibilità di difesa del contribuente.

Troppo spesso ormai lo strumento tributario viene visto dalla stessa amministrazione come modo di far cassa a prescindere dall'effettiva capacità contributiva del cittadino.

Ed i nostri studi si troveranno ingolfati di contenziosi assurdi a danno di contribuenti onesti ed in difficoltà finanziaria. Poi certo, sui giornali toni trionfalistici annunceranno la scoperta dell'evasore con barca a Portofino. Ma la caccia all'evasore la si può fare senza colpire tutti indiscriminatamente, magari con norme più semplici, magari con incrocio di banche dati, magari con dichiarazioni dei redditi precompilate dall'agenzia, ecc...

Tutto questo però vorrebbe dire ridurre la burocrazia pubblica (se è più semplice ci vuole meno tempo) e privata (commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, ecc), elevare il livello dei dipendenti pubblici favorendo e premiando i più meritevoli, cambiare l'ottica dell'agenzia delle entrate ponendola al servizio dei cittadini onesti e non mero strumento esattivo.

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