sabato 29 ottobre 2011

Bankitalia: no a condoni, meglio Ici rispetto a patrimoniale

Il responsabile dell'Area ricerca economica e Relazioni internazionali della Banca d'Italia, Daniele Franco, ha detto che un condono non aiuterebbe il Paese ad uscire da una situazione di alta evasione mentre ha definito opportuno un intervento sulle pensioni di anzianità. Bankitalia ha poi detto di preferire un intervento sull'Ici rispetto alla patrimoniale.

«Non sono personalmente d'accordo su una patrimoniale di grande portata, non credo nemmeno sia possibile. Una soluzione intermedia é quella di operare sull'Ici». Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/xD3Z8

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PMI e PMS: diventare grandi per vincere (forse).

Leggo su Press (il mensile del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) un articolo che vuole suggerire ai piccoli e medi studi professionali (PMS in letteratura) a far fronte alle sfide del mercato, insegnargli come fare di un piccolo studio un grande successo.

La complessità della normativa e i suoi frequenti aggiornamenti rappresentano le principali difficoltà che tanto i PMS quanto le PMI loro clienti si trovano ad affrontare.

Riporto alcuni suggerimenti validi sia per le piccole imprese che per gli studi professionali:

1. Elaborare la mission, la vision, il piano strategico

2. Individuare le proprie caratteristiche e ritagliarsi una fetta di mercato

3. Offrire servizi di consulenza aziendale

4. Scegliere le PMI come clienti target

5. Promuovere lo studio

6. Stringere rapporti con altri studi

7. Adottare nuove tecnologie

Nulla di nuovo in realtà, ma di certo il percorso è quello giusto. Solo qualche osservazione che forse i lettori di questo blog potranno aiutami a formalizzare meglio e ad approfondire:
 
1) definire chi siamo e chi vogliamo essere, o meglio cosa ci differenzia dagli altri, non sempre è cosi facile. Spesso è decidere cosa smettere di fare quello che ci caratterizza. È una scelta difficile e non priva di un certo rischio.

2) pianificare, scrivere il piano strategico, formalizzarlo, discuterne con colleghi ed amici. Porta via tempo, è vero, ma è assolutamente la cosa più utile. A volte rivolgersi ad un consulente è necessario proprio per esser costretti a formalizzare.

3) Network professionale: attenti che funzionano solo se sono garanzia di professionalità e portano una congrua remunerazione (non solo economica certo) a tutti i partecipanti. Troppo spesso di sogna in grande ma la collaborazione funziona solo se alla base c’è fiducia e professionalità. Nessuna delle due cose si improvvisa in poco tempo ed entrambe sono risorse scarse.
 
Restiamo in attesa di una guida IFAC che dovrebbe essere a breve pubblicata in italiano dal CNDCEC. Molte risorse possiamo già trovarle in rete, il CNDCEC si è mosso tardi ma sta lavorando bene. Risorse che mi permetto di suggerire anche alle imprese di servizi.

sabato 22 ottobre 2011

Al tavolo di Milton Friedman tra molotov e Champagne

Dopo un po di pudore e qualche rimprovero per il lungo silenzio da parte di amici e lettori curiosi provo a raccontare lo scorso we passato a Roma che ci ha visti invitati ad un matrimonio importante.

Importante per noi perché si sono sposati due amici con tutto quello strascico di emozioni che un evento del genere porta con se.
Importante anche perché lui e' un noto giornalista repubblicano che tra burle e performance canore si e' presentato in Campidoglio, di fronte ad un celebrante ministro della Repubblica, vestito da pirata.

Potete quindi immaginare la curiosità degli amici e la loro delusione di fronte alle mie reticenze dovute soprattutto al fatto che, al di la della festa, per me resta un matrimonio e qualche timidezza davanti ai sentimenti credo sia sempre giusto mantenerla.

Per i più curiosi qui potete trovare qualche foto e qualche commento sul mirabolante menù.

Tra gli invitati al ricevimento a palazzo Wedekind la sede del quotidiano Il Tempo erano presenti tutti i principali editorialisti di area liberista (a dire il vero non sempre liberale) del nostro Paese compresa una folta schiera di rappresentanti di Confindustria.

La data del matrimonio inoltre è coincisa con quella degli scontri di piazza il che ha dato al tutto una atmosfera surreale. Mentre noi brindavamo ai novelli sposi da twitter giungeva l'eco di molotov ed auto incendiate.

Noi fortunatamente eravamo nella zona protetta e grazie soprattutto ai carabinieri pugliesi, a cui va tutto il nostro ringraziamento, che presidiavano l'area non abbiamo avuto alcun problema. Il ringraziamento non è di maniera. Eravamo parecchio preoccupati di ciò che sarebbe avvenuto avendo portato con noi un bimbo di 4 mesi.

Ha premiato soprattutto l’aver prenotato un hotel vicinissimo a piazza colonna, che confesso esser stato scelto sia per ragioni logistiche sia per il nome “il Regno” giusto a bilanciare la massiccia presenza di esponenti repubblicani al matrimonio *.

Svegliarsi affacciandosi sui tetti di Roma dalla splendida terrazza dell' hotel non ha prezzo. Roma come sempre è meravigliosa. E’ stata un toccata e fuga, giusto il tempo di portare il piccolo Tommaso a vedere piazza Navona, a rendere omaggio alle tombe reali al Pantheon, a vedere Colosseo e fori imperiali e poi via di ritorno a Milano. 

Note Personali
il sottoscritto essendo accompagnato da una donna bellissima è passato per persona sicuramente importante (sulla fiducia dato che non mi conosceva nessuno, ma a Roma funziona così, poi esser seduti al tavolo degli sposi ha aiutato nell'equivoco ;-)

Il piccolo Tommaso si è subito fatto valere costringendo il gentilissimo marito della signora Marcegaglia a scorrazzarlo tra i gradini del Campidoglio. Persona a cui va tutta la mia gratitudine.

Il premio simpatia va ad Alessandro De Nicola, presidente della Adam Smith Society che appena dopo il matrimonio, notando il fumo degli scontri che provenivano dal Colosseo sorridendo faceva notare che conveniva avviarci per tempo, che se ci beccavano gli insorti avrebbero fatto il colpo della vita. In effetti erano presenti pressochè tutti i liberisti italiani.

La vera burla in realtà si è consumata nell'assegnazione dei tavoli, tutti intestati a famosi economisti. Sempre De Nicola per esempio si è ritrovato al tavolo "John Maynard Keynes" (al piccolo Tommaso ho spiegato che un "lord" a precedere il nome sarebbe stato appropriato, ma che ci volete fare, son repubblicani ;-).
Sottile ironia che pare i giornalisti di costume presenti non abbian colto. Non si può pretender tutto.

Giusto per completezza il tavolo degli sposi era il "Milton Friedman", noto fondatore della scuola monetarista.

Le sue teorie ebbero grande influenza sulle politiche economiche degli indimenticati Ronald Reagan, Margaret Thatcher e del criticatissimo Augusto Pinochet.

I più però dimenticano le forti critiche degli economisti liberali della scuola austriaca che definirono le teorie di Friedman come totalitarie e stataliste.

* Chi si è appassionato di politica in giovane età ricorderà che tra liberali (più blasonati) e repubblicani (più ricchi grazie al sostegno di CONFINDUSTRIA ma meno liberisti) si è sempre giocato un eterno derby sul modello milan/inter. Qualche frecciatina perciò concedetemela, pur ricordando con rammarico che questi partiti che affondano la loro origine nel Risorgimento ormai sono purtroppo pressoché spariti dall’agone politico.

** Sono particolarmente affezionato all' Adam Smith Society perchè, scoperta il primo anno in Bocconi, iniziai presto a fequentarne i convegni, senza confesso capirne granchè  all'inizio. Ma in fondo per me era più un atto di testimonianza.

*** Questo post inizialmente avrebbe dovuto intitolarsi Champagne Molotov, richiamando il vecchio ed ironico gruppo di Enrico Ruggeri.

venerdì 21 ottobre 2011

Non siamo dinosauri.

Siamo più intelligenti e più feroce di quelli, e ci accingiamo a sopravvivere.
Siamo Wall Street. E 'il nostro lavoro per fare soldi.










We are smarter and more vicious than that, and we are going to survive.
Una voce fuori dal coro, una provocazione o in queste frasi arroganti è nascosta una pur piccola verità?

giovedì 20 ottobre 2011

Amore indeducibile

Il giorno 11/11/11 alle 21.30, nell'auditorium del Sole in Via Monte Rosa 91 a Milano, grande concerto dei Ciapp-ter ileven, campioni indiscussi del pop tributario.

L'incasso (offerta libera) è devoluto a Nutriaid (combatte la malnutrizione infantile in africa)
Qui sotto, i Ciapp-ter ileven ne: Il pianto del contabile, ovvero Amore indeducibile



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mercoledì 19 ottobre 2011

Banca Italia: abolire le Province!

Rilancio, prendendo spunto dal post dell'ottimo Paolo Manasse, il tema delle Province e degli altri enti territoriali.

Per chi volesse approfondire può scaricare il Quaderno n. 823 - Sull’ampiezza ottimale delle giurisdizioni locali: il caso delle province italiane

Riprendo dalla sintesi dell' Ufficio Studi di Banca d'Italia:

"Il numero ottimale di giurisdizioni locali è quello che media tra due esigenze opposte.
Un aumento della numerosità riduce sia la dimensione del territorio servito dall’ente locale sia la distanza tra centro di erogazione di beni pubblici e luoghi di consumo. Questa diminuzione può migliorare l’azione dell’ente locale se vi sono, ad esempio, preferenze differenziate nel territorio. D’altro canto, una crescita del numero degli enti locali è costosa se esistono economie di scala nella fornitura dei beni pubblici.

I risultati indicano che, nell’esperienza degli anni ’90, l’introduzione di nuove province non ha prodotto benefici significativi in termini di sviluppo economico e di capitale umano per i comuni coinvolti."

WOMEN ON BOARDS IN ITALY

Segnaliamo questo interessante quaderno CONSOB sugli effetti della presenza femminile nei CDA delle società quotate italiane.

Dall'analisi degli organi amministrativi emergono due modelli molto differenti. Da un lato, la presenza di amministratrici che hanno legami familiari con l'azionista di riferimento è più frequente in società di minore dimensione, a proprietà concentrata e operanti nel settore dei consumi. Dall'altro, amministratrici non legate all'azionista di controllo siedono nei board di società a proprietà diffusa o estera, operanti nei settori dell'information technology o delle telecomunicazioni e caratterizzate da amministratori più indipendenti e mediamente più giovani.

L'analisi approfondisce l'esistenza di eventuali relazioni tra presenza femminile e alcune misure di performance e buona governance delle società. Mentre non sembra emergere alcuna relazione statisticamente significativa quanto alle prime, il legame tra presenza di amministratrici e alcune semplici proxy di buon funzionamento del board è negativo.

L'analisi svolta a mio parere dimostra soltanto che non basta imporre il politicamente corretto, bisogna fare molta attenzione alla sua applicazione.

Da sempre contrario alle quote rosa credendo nel merito e non nel genere come criterio di selezione mi chiedo perchè almeno non proviamo a coniugare la normativa sulle quote rosa di prossima applicazione innestandola sulle figure degli amministratori dipendenti e degli organi di controllo.

La proprietà (gli azionisti) potranno continuare a decidere in tutta libertà da chi farsi amministrare. Se amministratore donna deve esserci sia almeno amministratore indipendente con curriculum appropriato (docente universitario, manager con esperienza mutlinazionale, professionista, ecc..) e non legato in alcun modo alla famiglia dell'azionista di maggioranza.

In questo modo aiuteremmo anche a definire la figura dell'amministratore indipendente che forse è meritevole di ben altra tutela.

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martedì 18 ottobre 2011

Indignati? basta rileggere Einaudi

L'editore Chiare Lettere ha appena ripubblicato un piccolo gioiello di Luigi Einaudi che vi suggerisco sia come antidoto alle banalità sentite in questi giorni sia come lettura rivoluzionaria nello spirito, attualissima nei contenuti e sicuramente indignata per i comportamenti di un sistema Statale e finanziario che di liberale ha poco o nulla. 

Ricordo inoltre che domenica 30 ottobre cadrà il 50° anniversario della morte di Luigi Einaudi, il più illustre cittadino Doglianese a cui questa terra di Langa ha dato i natali, non solo per storia ed affetti, ma soprattutto per valori morali ed intellettuali.

In questi giorni mi chiedo se chi tanto contesta Banca d'Italia ha mai sentito parlare di Luigi Einaudi, del coraggio e della correttezza di Paolo Baffi e di Mario Sarcinelli.

Riporto alcuni estratti di un Governatore della Banca d'Italia che tanto a dato a questo Paese e che le piazze oggi paiono aver dimenticato.

Quando non si fa giustizia, le leggi non sono osservate, nemmeno quelle tributarie, e gli stati vanno alla perdizione. Gli italiani vogliono invece, tutti, la ricostruzione del paese che essi amano sovra ogni altro al mondo.

Libera concorrenza
La pianta della concorrenza non nasce da sé, e non cresce da sola; non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesce a scuotere; è un arboscello delicato, il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell'egoismo e degli interessi particolare, sostenuto attentamente contro i pericoli che da ogni parte lo minacciano sotto il firmamento economico.

Imprenditori
Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
E' la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro.
Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.

Accertamenti fiscali:
Semplificare il groviglio delle imposte sul reddito è la condizione essenziale affinché gli accertamenti cessino di essere un inganno, anzi una farsa.

Rapporto Stato cittadino
Affinché i contribuenti siano onesti, fa d’uopo anzitutto sia onesto lo stato… Oggi, la frode è provocata dalla legge

Il sistema fiscale
Il sistema fiscale deve essere di stimolo e non di remora a chi lavora e produce.
La molteplicità, l’intrico, le sovrapposizioni sono oramai giunte a tale stremo, che nessuno ci si raccapezza più. La gente tira a non pagare; i procuratori ai diversi generi di imposte, disperati per la fatica disumana di applicare tante imposte diverse e di compilare e copiare ruoli a non finire, giuocano a mosca cieca; le commissioni giudicatrici dei ricorsi hanno una massa enorme di arretrati da liquidare; il catasto edilizia, il quale prometteva tanta scoperta di materia imponibile ignota, è rimasto arenato quand’era quasi giunto al traguardo; e, come conclusione finale, le imposte dirette rendono troppo poco in più di quanto fruttavano nel 1939 mentre dovrebbero rendere, a causa della svalutazione monetaria, almeno dieci volte tanto.

Non si aboliscono leggi sbagliate ma se ne fanno di nuove
Il rimedio antico ed accettato al malanno è noto: poiché le vecchie imposte non rendono quanto debbono, se ne creino delle nuove. Insieme con l’avocazione dei profitti di regime, mi pare di aver contato almeno sei imposte gravanti tutte sul medesimo oggetto, che sono i guadagni ottenuti tra il 1939 ed il 1945, con diaboliche indicibili sovrapposizioni e confusioni. Il legislatore, disperando di cavare quel che si dovrebbe dalle imposte ordinarie, inventa nuovi balzelli, nuovi tormenti e nuovi tormentati. Se però le vecchie imposte rendono poco perché è male accertata la loro materia imponibile, non c’è speranza che gli accertamenti ai fini delle nuove imposte siano migliori. Si costruisce sulla sabbia mobile ed i frutti avranno sapore di tosco: disillusioni per la finanza e scoraggiamento per i contribuenti. Il contrario di quel che si dovrebbe fare per la ricostruzione economica e sociale del paese.

Lotta all'evasione solo attraverso un prelievo equo
Anche gli italiani sono disposti a plaudire al giudice – ma sia il giudice ordinario ed indipendente – il quale mandi in galera il contribuente frodatore, alla pari di ogni altro delinquente. Ma perciò occorre che il peso dell’insieme delle molte inspiegabili imposte sul reddito sia ridotto ad un limite ragionevole. A partire dall’operaio e dal bracciante ad andare sino al grande industriale o proprietario tutti devono e sono disposti a pagare; ma siano imposte, le quali vadano, ad es., dal 4 al 40 per cento su redditi bene accertati. Una sola o due imposte; una reale alla base ed una complementare progressiva possono bastare a fruttare assai di più di quanto non frutti l’imbrogliato amalgama incoerente delle imposte odierne


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venerdì 7 ottobre 2011

Lezioni e convegni: prossime date.

Con l'autunno riprende a pieno regime l'attività relativa a lezioni e convegni. Tante sono le date che ci vedranno coinvolti nei prossimi mesi.

L'attività formativa partita in sordina negli ultimi due o tre anni ha subito una importante accellerazione rappresentando un forte impegno ma anche un interessante momento di confronto coi colleghi ed un banco di prova per la nostra preparazione.

Due i principali filoni su cui stiamo via via sempre più focalizzando la nostra attività di Studio:
  • Perizie di stima ed operazioni straordinarie (sia in ottica di acquisizione sia di tutela del patrimonio sia in ottica di risanamento o prefallimentare). Nei prossimi convegni cercherò di dedicare uno spazio maggiore alle procedure prefallimentari che ormai purtroppo risultano molto frequenti.
  • Strategia, gestione e marketing dello studio professionale: condividiamo ormai già da qualche tempo la nostra esperienza e ci confrontiamo con molti colleghi ed istituzioni. Studio Panato è diventato un caso di studio analizzato in libri e convegni. I nostri interventi son sempre molto aperti al dialogo e al confronto e diventano per noi stessi un utile strumento per testare i nuovi progetti di Studio.
Ecco le principali date. Sul blog potrete comunque trovare costanti aggiornamenti e memo con i dettagli dei corsi e le slide presentate:

Data: 25/10/2011
Lezione su Affitto d'azienda
Milano - Università Bocconi (Scuola alta formazione)

Data: 16/11/2011
Perizie di stima e valutazione d'azienda nelle operazioni di finanza straordinaria
Verona - UNGDCEC

Data: 21/11/2011
Perizie di stima e valutazione d'azienda nelle operazioni di finanza straordinaria
Brescia - Associazione dottori commercialisti

Data: 12/12/2011
Strategia, gestione e marketing dello studio professionale
Parma - Acer Parma

Data: 14/12/2011
Strategia, gestione e marketing dello studio professionale
Tavola rotonda che conclude il ciclo di lezioni della master class per gli studi professionali
Milano - Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti contabili.

Un fine anno particolarmente impegnativo, ma i convegni saranno utilizzati sia per testare gli argomenti di maggiore interesse in vista della nuova edizione (la terza) di Perizie di Stima, sia dal punto di vista di gestione studio per un nuovo ed importante progetto su cui abbiamo da poco iniziato a lavorare con partner importanti.

Non ultimo saranno una bella occasione per rivedere colleghi ed amici.

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giovedì 6 ottobre 2011

Unire i puntini


La vita è un percorso strano, molto spesso passioni ed esperienze si fondono e ti aiutano a crescere. Scopri che tutto quel tempo perso a seguire i tuoi interessi seguendo altre strade improvvisamente torna utile e quel percorso si ricongiunge alla tua carriera, alla tua formazione tradizionale.

Arriva un punto in cui ti rendi conto che imprenditore, professionista o operaio conta soprattutto la persona e ciò che questa persona sa apprendere e ridare trasformandolo in amore per le persone che ci circondano, per quello che siamo per ciò che facciamo. Il fondatore di Apple è stato una persona generosa.

 
Il discorso di Steve Jobs a Stanford

Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

La prima storia è sull’ unire i puntini.

Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato?

E’ cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all’ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?” Loro risposero: “Certamente”. Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.

Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti.

Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l’unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.

Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.

Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all’epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro.

Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita.

Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple è cresciuta da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall’azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Board dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa.

Non ho saputo davvero cosa fare per alcun imesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L’evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.

Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creatvi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia.

Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E’ stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia è a proposto della morte.

Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.

Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.

Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio”.

Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell’analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie – che era là – mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l’intervento chirurgico e adesso sto bene.

Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po’ più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi:

Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E’ stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E’ stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E’ stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.

Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.

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mercoledì 5 ottobre 2011

Studi di Settore: ci eravamo tanto amati...

Gli studi di settore sono uno strumento teoricamente valido ed inizialmente bene accolto dalla migliore dottrina  che li considerava utili sia alla lotta all'evasione sia ad instaurare un dialogo costruttivo con le categorie dei contribuenti.

Cosa sono:
Gli studi di settore, elaborati mediante analisi economiche e tecniche statistico-matematiche, consentono di stimare i ricavi o i compensi che possono essere attribuiti al contribuente.
Individuano, a tal fine, le relazioni esistenti tra le variabili strutturali e contabili delle imprese e dei lavoratori autonomi con riferimento al settore economico di appartenenza, ai processi produttivi utilizzati, all’organizzazione, ai prodotti e servizi oggetto dell’attività, alla localizzazione geografica e agli altri elementi significativi (ad esempio area di vendita, andamento della domanda, livello dei prezzi, concorrenza, ecc.).

Gli studi di settore sono utilizzati dal contribuente per verificare, in fase dichiarativa, il posizionamento rispetto alla congruità (il contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dallo studio, tenuto conto delle risultanze derivanti dall’applicazione degli indicatori di normalità economica) e alla coerenza (la coerenza misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore), e dall’Amministrazione finanziaria quale ausilio all’attività di controllo.

Perchè dovremmo amarli
Inizialmente gli studi di settore rappresentavano poco più che una segnalazione all'agenzia delle entrate per attivare maggiori controlli. Ancora in fase sperimentale non rappresentavano presunzioni difficili da confutare ed indicavano ricavi e quindi redditi minimi ragionevoli.
In sostanza il patto Stato/cittadino si poteva cosi riassumere: l'Agenzia risparmiava i controlli sulle aziende di minori dimensioni e quindi per definizione meno "interessanti" per il fisco, garantendosi comunque un gettito minimo concordato con le principali categorie imprenditoriali che il contribuente era disposto a pagare anche adeguandosi pur di non avere controlli fiscali..
Basandosi su indicatori statistici storici in una situazione economica stabile garantiscono una sufficiente approssimazione e lasciano comunque al fisco mani libere per ulteriori controlli più approfonditi.
Inutile dire che invece passando da anni di crescita ad anni di crisi tutte le presunzioni storiche soffrono di grave inattendibilità.
Nei primi anni restavano quindi semplicemente uno strumento di ausilio all'attività di controllo.

Perchè non li amiamo più
Col tempo la naturale funzione di "indicatore" per l'accertamento si è evoluta impropriamente in un innalzamento più o meno forzoso, più o meno presuntivo (sulla forza di tali presunzioni si dibatte da tempo con forti resistenze da parte delle commissioni tributarie nell'accettarne la debolezza) della base imponibile delle PMI.

Lo stesso dialogo con gli uffici si è fatto spesso più difficile e si è costretti a ricorsi faticosi e costosi per il contribuente anche quando trova riconosciute le sue ragioni in commissione tributaria.

Spesso l'atteggiamento dell'Ufficio, a sua volta pressato da obiettivi di gettito, è quello di transare su cifre più ragionevoli recuperando comunque qualcosa ai danni del contribuente.

Si è persa quindi la logica iniziale di controllo e si è perso il corretto atteggiamento nei confronti del contribuente. L'ufficio ormai troppo spesso non tende ad accertare la reale situazione ma, cosiderandosi erroneamente controparte del contribuente, tende a proporre una transazione a lui favorevole.

Gli Uffici finanziari troppo spesso dimenticano che dovrebbero assistere il contribuente nel corretto pagamento delle imposte. In un mondo perfetto dovrebbero suggerire al contribuente la documentazione da proporre per aiutarli ad accertare l'attendibilità del reddito dichiarato. Lo strumento dell'autotutela introdotto anni fa andava proprio in questa direzione (se gli uffici si accorgono di aver effettuato un errore dovrebbero voler esercitare l'autotutela e modificare l'atto impositivo a favore del contribuente).

Non sto ovviamente parlando di tollerare gli evasori, ma l'obiettivo deve essere quello di individuare la correttezza del reddito imponibile dichiarato, non quello di aumentare il gettito per l'erario.

Per assurdo il contribuente onesto dovrebbe auspicare controlli frequenti proprio per garantirsi la tranquillità fiscale. Perchè oggi questo non avviene? Forse proprio perchè non ci si fida degli uffici  (che poi spesso ovviamente altro non fanno che applicare una normativa ostile) e si temono pesanti sanzioni per qualche irregolarità formale.

Non entro poi ne sulla qualità delle commissioni tributarie ne sulla follia degli accertamenti esecutivi di cui abbiamo già parlato più volte su questo blog.

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domenica 2 ottobre 2011

La vergogna dei nuovi accertamenti: prima paghi poi ti difendi!

Il commento malinconico dell'autore del blog
Il giorno dunque è arrivato. Gli avvisi di accertamento inviati dall'Agenzia delle Entrate dono immediatamente (o quasi) esecutivi.
Distruggendo quel poco di diritto che era rimasto in questo Paese siamo arrivati al punto che "prima paghi e poi ti difendi". Ne avevo già parlato in un precedente post estivo in seguito alla presa di posizione di molte associazioni imprenditoriali.
La cosa più triste è che ormai non riesco neanche più ad arrabbiarmi.



La normativa
Dal 1° ottobre gli avvisi di accertamento inviati dalle Entrate saranno immediatamente esecutivi. Si dovrà pagare subito 1/3 di quanto contestato, entro il termine per la presentazione del ricorso.

Quali tributi: il nuovo regime riguarda solo i tributi e i periodi d'imposta previsti dalla norma per i quali si procede con atto di accertamento. Tali tributi sono: le imposte sui redditi, le relative addizionali, l'Iva e l'Irap.

Quali periodi di imposta: I periodi d'imposta sono quelli relativi al periodo in corso al 31 dicembre 2007 e a quelli successivi. Sono esclusi, ad esempio, i tributi doganali e i tributi indiretti diversi dall'Iva.

Effetti sui tempi di pagamento della sospensione feriale e dell'istanza di adesione: per gli accertamenti da oggi esecutivi rilevano sia la sospensione feriale sia l'eventuale proposizione dell'istanza di adesione che spostano i termini per la presentazione del ricorso con ovvie conseguenze anche per il pagamento di quanto dovuto (indicazione che l'Agenzia delle Entrate ha fornito agli uffici periferici con una nota interna).

Nuovi accertamenti (post 1 ottobre): gli uffici non dovranno più emanare le cartelle esattoriali in quanto l'atto di accertamento diventa esecutivo una volta trascorsi i termini per presentare ricorso.
Trascorsi 60 giorni dalla notifica,  l'atto, che deve contenere l'intimazione ad adempiere, diventa esecutivo. Il contribuente deve pagare le somme dovute entro il termine per presentare ricorso. In caso contrario, l'atto di accertamento deve avvertire che, decorsi 30 giorni dal termine ultimo per il pagamento, la riscossione delle somme passa all'agente della riscossione anche ai fini dell'esecuzione forzata.

Vecchi accertamenti (ante 1 ottobre): restano in vigore le vecchie regole della notifica dell'avviso di accertamento, della iscrizione a ruolo e della successiva notifica della cartella esattoriale.

Nuovo regime dei minimi tra opportunità e dubbi

Dopo le manovre estive i contribuenti sono chiamati a valutare l'impatto delle nuove misure pur in assenza dei provvedimenti attuativi.
Le criticità e i dubbi sono molti, e se si pensa che hanno radicalmente modificato alcuni comparti del diritto tributario le incertezze aumentano.

L’Agenzia delle Entrate, in particolare, non ha ancora fornito chiarimenti sulla nuova disciplina del regime dei minimi (scarica gratis la guida al regime dei contribuenti minimi)né emanato gli annunciati provvedimenti attuativi determinando obiettiva incertezza in contribuenti e professionisti.

L’art. 27 comma 3 del DL 98/2011 ha comunque previsto che tali soggetti possano beneficiare comunque di alcune agevolazioni, a condizione che possiedano tutte le caratteristiche, previste dai commi 96 e 99 della L. 244/2007, necessarie per la fruizione del previgente regime dei minimi come ad esempio:
  • ricavi/compensi inferiori a 30.000 euro;
  • beni strumentali nel triennio precedente non superiori a 15.000 euro;
  • non assunzione di lavoratori dipendenti.
 
Limitazioni del regime per età anagrafica.
Ad oggi la dottrina propende per la seguente interpretazione, sempre in attesa di conferme da parte dell’Agenzia: possibilità per il contribuente di beneficiare del regime per 5 anni a prescindere dall’età in cui si inizia l’attività; se al termine di tale periodo, non sono stati ancora compiuti 35 anni, il contribuente può continuare ad utilizzarlo fino al compimento del 35° anno di età.
 
 
Contribuenti minimi strutturalmente a credito
Dal 2012 i professionisti che potranno continuare ad usufruire delle agevolazioni previste dal regime dei minimi risulteranno strutturalmente a credito nei confronti dell'erario a causa della differenza di aliquota fra le ritenute in acconto (20%) e l'imposta sostitutiva del 5%.
 
 
Ancora dubbi per gli ex minimi
Sul regime fiscale dei contribuenti inquadrabili come ex minimi l'Agenzia delle Entrate ha confermato che a partire dal 1°gennaio 2012 si renderanno applicabili le regole ordinarie di determinazione del reddito imponibile destinate alle imprese e ai lavoratori autonomi. Ad oggi manca infatti una disciplina specifica destinata ai soggetti che pur rientrando nei minimi non possono più beneficiare del regime o ne fuoriescono.
 
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