lunedì 24 gennaio 2011

Passaggio generazionale: un dovere non un diritto.

Elena Natali è una giovane imprenditrice. Ho deciso di riaprire con lei la nostra stanza degli ospiti.
I nostri ospiti sono tutte persone che amano mettersi in gioco e che si fanno guidare da curiosità e professionalità: alcuni insegnano all'Università, altri scrivono libri, altri ancora sono imprenditori che sfidano ogni giorno il mercato.
Sono rimasto davvero stupito dall'estrema disponibilità a collaborare. Ho chiarito loro che uno degli obiettivi del nostro blog è proprio la diffusione della cultura di impresa e di stimolare la curiosità degli imprenditori, di aiutarli ad esplorare anche settori di mkt contigui.
Qui potete trovare le altre esperienze che abbiamo accolto in questo spazio che abbiamo scelto di chiamare "la stanza degli ospiti". A fine post potete trovare maggiori informazioni su Elena, ma ora vi lascio al suo interessante intervento.

Passaggio generazionale: un dovere non un diritto.
A volte mi chiedo perchè per un genitore sia più facile comprare al figlio un BMW da 40.000 euro piuttosto che consentirgli di perdere 10.000 euro in azienda, provando un nuovo progetto...”

Questa frase scritta da Andrea mi ha suscitato molta emozione, la stessa che provo ogni volta che mi volto indietro e penso alla fortuna che ho avuto nell’avere un padre che ha saputo tirare fuori il meglio di me: la vera passione per il mio lavoro.

Sono ormai quasi 20 anni che lavoro stabilmente nell'azienda di famiglia ancora oggi valgono i consigli che mio padre mi ha sempre dato sin dal primo giorno:
  • non devi comandare ma devi saper organizzare il lavoro e le persone 
  • per poter dirigere le persone devi guadagnarti il loro rispetto 
  • se vuoi essere rispettata dai dipendenti devi lavorare meglio di loro 
  • se vuoi lavorare meglio di loro devi conoscere tutto il processo produttivo a memoria
  • solo conoscendo il processo produttivo puoi organizzare il lavoro
I figli maschi degli amici di mio padre , a cui venivano spalancate le porte delle aziende, avevano da subito un bel ufficio e una bella macchina e/o, peggio ancora, in mano da subito le redini dell’azienda.

Io ho chiesto a mio padre di entrare in azienda e mio padre ha dovuto puntare sulla figlia femmina, ma lo ha fatto a modo suo: ingresso dal livello zero  10 ore al giorno a testa bassa in produzione a prendere ordini e rimproveri da tutti.

Ad ogni mia proposta la risposta era no, ed ogni no per me era una ferita ma al tempo stesso uno sprone, rappresentavano la sfida che mi lanciava mio padre: se ci credi veramente migliora il progetto e ripresentalo altrimenti non perdiamo altro tempo.

Quando è entrata in vigore la legge 626 è arrivata la mia grande occasione e l’ho colta al volo. La legge 626 , per il settore dell’officina meccanica dove mio padre produceva le macchine che lui stesso progettava, portava con se molti adempimenti che comportavano costi anche molto onerosi. Ho chiesto di poter realizzare io la stesura dei manuali d'istruzione per le nostre macchine, mio padre ha autorizzato il mio progetto e ho potuto acquistare il miglior pc, macchina fotografica con cavalletto e luci per le foto, scanner e software, il meglio sul mercato come avevo chiesto e poi mi ha detto: " ora fallo fruttare !" Ho comprato i testi necessari e ho realizzato i manuali, ho contattato i vari consulenti e sistemato le pratiche burocratiche.

Con le foto fatte per i manuali ho creato i depliant di presentazione delle macchine e via via sino ad arrivare alla creazione e gestione del nostro primo sito internet.

Allora facevamo le bolle e fatture a mano e non esisteva nemmeno un listino, ma ora avevo un computer e con l’aiuto di un programmatore ho creato il nostro primo programma per la gestione di bolle e fatture, e, una volta compresa l’utilità, mi ha permesso di investire in un vero e proprio programma gestionale che ad oggi gestisce magazzino e contabilità a 360°.
Finalmente mi ero guadagnata il mio piccolo spazio ma quando ho scelto di entrare in azienda il mio sogno era quello portare avanti il settore che produceva chiusure lampo, volevo arrivare a lavorare con le case di alta moda che tanto mi affascinavano ma i nostri prodotti erano ancora legati al mercato dei tappezzieri, che sino ad allora avevano rappresentato il core business del settore produzione chiusure lampo, che tutto erano fuor che fashion.

L’imporsi sul mercato dei prodotti cinesi mi ha fornito la mia seconda grande opportunità. Ho cominciato " a perdere tempo nelle fiere ", a " fare impazzire la produzione con campioni inutili", ho "prodotto lampo per disperati" , e " ho prodotto lampo che non comprerà mai nessuno", ma nonostante le continue critiche e i continui stop io credevo nelle mie lampo e andavo contro tutto e contro tutti.

Credevo davvero che mio padre mi stesse osteggiando in realtà aveva fatto il suo investimento su di me dandomi la possibilità di comprare e testare nuovi materiali e permettendomi di produrre i prototipi.

L’ho capito solo quando l'ho sentito dire al nostro miglior grossista che si complimentava con lui per il nuovo campionario : " è tutto merito di mia figlia, queste lampo le ha disegnate e realizzate lei, sono tutte sue "
In quel momento ho provato un’emozione immensa che mi ha ripagato di tutto quello che avevo sopportato sino ad allora, avevo realizzato il mio sogno e da allora lavoriamo con le maggiori case di moda presenti sul mercato.

Mi piace raccontare questa storia ai giovani e giovanissimi che entrano nelle aziende ma anche agli stessi genitori, soprattutto a quelli che ai figli danno senza chiedere nulla in cambio perché quegli stessi amici di mio padre hanno perso le loro aziende, mentre noi siamo ancora in piedi e ancora litighiamo ogni giorno. Un’azienda può sopravvivere al passaggio generazionale solo se questo si basa sulla collaborazione fra genitori e figli dove i primi devono scommettere sui secondi ma, allo stesso tempo, non dare mai nulla per scontato e soprattutto per dovuto.

Noi della generazione successiva dobbiamo dimostrare che possiamo portare avanti e migliorare ciò che i nostri genitori hanno creato con tanti sacrifici , dobbiamo sfruttare le nuove opportunità che nascono anche e soprattutto nei momenti di difficoltà.

Dobbiamo fare il salto di qualità apportando il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare che non deve basarsi sulla spacconeria e pensare " io sono meglio dei miei genitori " ma dobbiamo acquisire la consapevolezza che sulle basi che ci hanno dato i nostri genitori possiamo costruire la NOSTRA parte e a quel punto l'azienda sarà veramente anche nostra e il passaggio sarà compiuto con estrema naturalezza.

Elena Natali (Zip for passion)
Artigiana per mestiere e soprattutto per passione, è soprannominata Lady Zip per la dedizione che mette nel creare le sue collezioni di chiusure lampo decisamente fuori dal comune.


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1 commento:

Unknown ha detto...

condivido molte delle cose che hai scritto, ma ancora di più concordo sul fatto che, per trovare un proprio spazio, occorre percorrere strade nuove, con dedizione e impegno: sarà così possibile diventere esperti e ricercati sin da giovani.

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